Denaro contante: “Troppo cash nutre economia sommersa e illegalità. Dai pagamenti tracciabili (da incentivare) le risorse per abbassare le tasse” [1]. E dallo sport e dall’azione cattolica, no?
La Gabanelli non mi gabba. Mai lette così tante corbellerie condensate in un catenaccio.
A mio avviso, eliminare il contante [2] invece è un grave atto contro la libertà dell’individuo.
Il contante risponde ad esigenze fondamentali di praticità e pronto impiego che risultano offrire a tutt’oggi maggiori vantaggi rispetto alle soluzioni alternative del denaro smaterializzato o anche al ‘denaro scritturale’ bancario. La famosa casalinga di Laives, scambia quest’ultimo per denaro, quando è solo una ‘promessa di pagamento’, solo incidentalmente chiamata con il nome della divisa a corso legale.
Il contante invece è un mezzo efficace, veloce e soprattutto poco costoso.
Nell’attuale contesto e tessuto economico italiano come in quello europeo, nel quale s’è indotto ogni singolo cittadino a dotarsi di strumenti bancari un tempo anche evitati (tipo conti correnti, carte di debito e di credito, cellulari con NFC e altro), la riduzione o l’eliminazione completa del contante induce la singola persona fisica o giuridica ad una fidelizzazione forzosa nei confronti del sistema bancario.
Si obbliga così l’utente alle commissioni. Si sollevano le banche da quel loro incubo che è il bank-run. Si tracciano le attività dell’utente, facendo passare una disposizione da stato di polizia come se fosse la cosa più naturale del mondo. “Se non hai nulla da nascondere, di che ti preoccupi?”, scappa agli ingenui. Già solo queste tre considerazioni, per me, fanno comprendere la malafede del proporre la riduzione o l’abolizione del contante.
Quali siano pertanto le ulteriori contropartite per gli utenti privati del contante, è difficile sapere. Chimere. Gli imbonitori spesso magnificano i vantaggi del non avere il contante con la tiritera del “così eviti i furti”, “eviti l’evasione”, “contrasti le attività criminali”.
Celebrano una falsa praticità e sicurezza, ingannando la casalinga di Laives la quale è disposta a barattare libertà personali di cui lei oggi par essere inconsapevole, per accarezzare un badge del bancomat o della carta di credito. Le più tecnologiche sfiorano il touch screen dello smartphone per confortarsi con la tecnologia NFC.
La libertà, però, la si apprezza solo quando manca. Poco loro importa come denaro bit e badge in plastica siano le nuove catene sociali che, con un colpo al cerchio ed uno alla botte, agevolano stato e banche.
Vantaggi per lo stato. L’abolizione del contante espone i singoli alla possibilità di un maggior controllo sociale attraverso la sorveglianza delle spese o addirittura il blocco del conto corrente; un domani, colpire i dissidenti o avversari politici sarebbe pratico e facile come premere [INVIO] sulla tastiera, come già oggi per l’Agenzia Riscossioni è possibile effettuare prelievi forzosi in caso di multe o cartelle non pagate [3].
Le derive, in un delirio di onnipotenza, sono dietro l’angolo: colpire chi la pensa diversamente sull’obbligo dei vaccini, a.e., come colpire chi segue cure alternative. Sembra esagerato? Stante il clima creato dalla Lorenzin e dal Burioni –che dispensa scientificamente il titolo di somaro ragliante a chi non la pensa come lui [4]– affatto.
Inoltre, abbiamo già avuto un precedente che pare molti abbiano dimenticato: reca data 1992 il saccheggio di Giuliano Amato dei conti correnti –ritenuti fino ad allora tempio inviolabile– per “entrare in Europa”.
Di fatto, l’abolizione del contante un domani ci potrebbe far subire nuove regole svincolate dalle attuali tutele giuridiche, smantellando anni di lotte e conquiste sociali costruite dalle generazioni precedenti. Ed infatti, tra le altre cose, già oggi dobbiamo rinunciare alla tutela offerta dalla cessione del quinto dello stipendio, aggirata per il fatto che i conti correnti sono per lo più ‘di risparmio’.
Ai pensionati ad esempio, quando ne ricorrono le condizioni, viene prelevata direttamente un importo pari o superiore addirittura ad un’intera mensilità, incuranti delle esigenze contingenti del medesimo.
“Faccia la fame, poco importa, che le tasse son dovute”. Anche il recente obbligo a corrispondere gli stipendi esclusivamente su conto corrente, per me, s’inserisce nel quadro complessivo di coercizione del singolo.
Vantaggi per le banche. Oltre alla fidelizzazione imposta, il grande affare sono le commissioni spesso ritenute a torto marginali poiché viste singolarmente. Sempre la nostra casalinga di Laives è poco consapevole del loro fattore moltiplicatore, convinta che non la riguardi. Tuttavia, quest’ultimo risulterà essere talmente grande da incidere addirittura sui rapporti economici complessivi.
Infatti, avendo sottratto risorse all’economia reale, tale vantaggio a favore del sistema bancario si traduce in svantaggio per le stesse pratiche commerciali di fornitura di beni e servizi, perfino in termini di competitività; tali commissioni gravano di conseguenza sui rapporti economici privati fino ad erodere l’intero valore del risparmio.
Una banconota da 50 euro viene usata più volte in diversi passaggi senza perderne il valore. Un valore di 50 unità scritturali bancarie (a torto ritenute euro), invece, subisce la riduzione per la commissione bancaria ad ogni passaggio, concretizzando un trasferimento di ricchezza dall’economia reale al sistema bancario. Senza contare di come l’impiego del denaro smaterializzato esporrebbe l’individuo ai possibili fallimenti bancari, obbligandolo a farsi carico dell’incapacità gestionale di terzi nella nefasta pratica del bail-in.
Il meccanismo dell’abolizione del contante inoltre riduce, o priva l’utente della possibilità di chiudere il rapporto con la propria banca, poiché questi sarebbe obbligato comunque ad un altro conto corrente, in un altro istituto di credito, replicando la medesima situazione. Il sistema bancario pur essendo composto da numerosi soggetti si muove come un corpo coeso.
Ultimo, ma non meno importante, che il contante serva esclusivamente alla criminalità organizzata o agli atti illeciti è un falso mito tutto da dimostrare. I criminali oggi operano in conto corrente, tracciabilissimi, anche con sofisticazioni di bilancio o compensazioni overnight e sono ben lontani dai cliché cinematografici di un don Corleone o un Tony Montana che girano con valige zeppe di soldi. L’incidenza delle azioni criminose sul PIL, è del 12,4% [5], quando il circolante [6] ammonta fra il 2% e il 7% [7].
Dal punto di vista normativo, l’adozione del denaro elettronico, imporrebbe la modifica dell’attuale codice civile al fine di parificare la moneta elettronica-scritturale (mera ‘promessa di pagamento’ espressa in euro) alla moneta cartacea-metallica. L’attuale norma definisce come valuta legale e circolante solo quest’ultima. Mentre gli altri strumenti in uso, quali tra i tanti un assegno pagabile a vista, una cambiale in scadenza, una transazione con carta di credito alla fine del mese, ecc., sono pagabili unicamente in contanti, che sono e restano oggi l’unica valuta legale e circolante per legge [8].
Suggerisce Ugo Genovesi, come la contraddizione più forte sia proprio quella di volere imporre con la forza un mezzo monetario, il denaro scritturale, che la stessa Banca d’Italia ha dichiarato non essere a corso legale [9]. Qui si vuole praticamente equiparare la moneta a corso legale ad un semplice pagherò bancario, che peraltro offre meno tutela giuridica di un pagherò di un qualsiasi altro soggetto. Si vuole finire di snaturare il concetto stesso di moneta.
Il contante non conviene. A chi? Ovvio, alle banche.
Riferimenti
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[1] Link esterno: Perché pagare in contanti non conviene a nessuno
[2] In economia il contante, liquidità primaria, è definito circolante ed è l’insieme delle banconote e delle monete metalliche in circolazione, in un determinato momento, in un sistema economico. Il circolante è accettato in pagamento e costituisce moneta legale ed è definito ‘aggregato monetario M1’
[3] Link esterno: Pignoramento conto corrente 1 luglio: cosa cambia per la riscossione?
[4] sul somaro ragliante di Roberto Burioni
[5] Link esterno: Istat: dal nuovo Pil 59 miliardi in più. Sommerso e illegalità valgono il 12,4%
[6] per una definizione parziale di circolante si rimanda a wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Circolante
[7] nel 2012 l’ammontare del circolante in Italia era stimato in 180 miliardi (Banknotes and coins circulation)
[8] Riflessione di Ermes Uguccioni
[9] Link esterno: La moneta legale e la moneta scritturale
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Per questa nota ringrazio anche Gianluca Monaco, Ugo Genovesi della ‘Scuola di studi giuridici e monetari Giacinto Auriti’ per i preziosi consigli e delucidazioni
Autore: Paolo Laitempergher (Blogger Indipendente)
Fonte Articolo: https://www.facebook.com/notes/paolo-laitempergher/dannato-m1-la-gabba-ti-vuol-poco-bene/1556406687728351/
Paolo Laitempergher
31 Gennaio, 2018
economia
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